Progetto di storia contemporanea

La sicurezza sul lavoro

Il caso ThyssenKruppLogo ThyssenKrupp

Cosa è la ThyssenKrupp?

La ThyssenKrupp AG è un'azienda tedesca, nata nel 1999 dalla fusione di Thyssen Stahl AG e Friedrich Krupp AG.[T1]Entrata della Thyssen

Questa azienda era suddivisa in due piccole sotto aziende con a capo Friedrich Krupp nell'azienda per la produzione di pregiato acciaio fuso, mentre Thyssen acquisisce la maggioranza della miniera di carbone.

Negli anni le due aziende hanno affrontato molti problemi, che hanno portato all'unione di esse, il fondatore della Thyssen purtroppo non poté partecipare a questa unione poiché morì nel 1926.[T2]

Cosa è successo?

Parlando dell'attuale azienda, la ThyssenKrupp AG, nel dicembre 2007 subì un enorme incendio causando la morte di 7 persone e un ferito grave tra cui Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino, Giuseppe Demasi. Tra i sopravvissuti all'incendio abbiamo Michele Antonio Boccuzzi Vittime dell'incendioche racconta di aver provato a soccorrere i sui colleghi avvolti dalle fiamme ma a causa della velocità con cui è divampato l'incendio, non è riuscito ad aiutarli.

Come racconta il giornale "la Repubblica.it", sezione Cronaca del 6 dicembre 2007: "L'incendio è scoppiato all'una e mezza di notte nella linea 5, adibita al trattamento termico dei prodotti di laminazione. Da quanto risulta sembrerebbe che sia traboccato l'olio bollente usato per temperare i laminati. Gli operai hanno cercato in un primo momento di spegnere le fiamme con estintori e una manichetta dell'acqua. L'acqua però, a contatto con l'idrogeno liquido e l'olio refrigerante, pare abbia provocato una fiammata che ha investito gli operai." Da alcune indagini fatte dopo la morte di queste sette persone, i sindacati hanno scoperto che essi erano a lavoro da più di 12 ore, facendo quindi 4 ore di straordinario poiché i colleghi del turno successivo erano influenzati.

Come può essere successa una cosa del genere?

[T3] La legge stabilisce che, in ogni posto di lavoro c'è un limite massimo di ore lavorative che varia a seconda della pericolosità e dello stress lavorativo, allora perché queste sette persone erano al loro postoOperaio al lavoro di lavoro da più di 12 ore facendo dunque 4 ore di straordinario? Perché in Italia non rimediano a questo tipo di situazioni finché non perde la vita qualcuno? Un altro giornale, "Il Post", racconta la storia di questo incidente, dall'incendio all'arresto dei responsabili: "La Corte d’Assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo di reclusione l’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario. Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza, Giuseppe Salerno, responsabile dello stabilimento di Torino, Gerald Priegnitz e Marco Pucci, membri del comitato esecutivo dell’azienda, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi per omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) e omissione delle cautele antinfortunistiche. Daniele Moroni, membro del comitato esecutivo dell’azienda, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi".[T4]
Le denunce sono state fatte dal sindacato contro l'inadeguatezza delle misure di sicurezza nello stabilimento, i testimoni parlano di telefoni isolati, estintori scarichi e idranti malfunzionanti.

Come è possibile che, in una fabbrica dove il rischio di incendio è altissimo, gli estintori siano scarichi e gli idranti non funzionanti?

È successo facendo morire persone giovani, che come ogni giorno facevano il loro lavoro per guadagnare qualche soldo in più, ma che per colpa di alcune persone che non hanno fatto il loro di lavoro sono morti senza avere neanche la possibilità di trovare una via per salvarsi.
Si può infine raccontare come si è svolto il processo: "La Guardia di Finanza avrebbe sequestrato all'amministratore delegato Herald Espenhahn un documento dove si afferma che Antonio Boccuzzi, l'unico testimone sopravvissuto, «va fermato con azioni legali», in quanto sostiene in televisione accuse pesanti contro l'azienda.I vigili fuoco alla Thyssen Il documento attribuisce la colpa dell'incendio ai sette operai, che si erano distratti. A carico dell'amministratore delegato i pubblici ministeri formularono l'ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale e incendio doloso, mentre altri cinque dirigenti furono accusati di omicidio colposo ed incendio colposo (con l'aggravante della previsione dell'evento); fu contestata l'omissione dolosa dei sistemi di prevenzione antincendio ed antinfortunistici. Fu rinviata a giudizio anche l'azienda come persona giuridica".[T5]

Che ruolo ebbe il procuratore Raffaele Guariniello in questo caso?

Come riportano alcuni giornali, il procuratore Raffaele Guariniello rilasciò due dichiarazioni:

Al telefono con Laura Rodinò, sorella di Rosario Rodinò, uno dei morti a causa dell'incendio, in cui dichiarò: "Dovete avere fiducia nei giudici della Cassazione, non c'era nessun elemento per tornare ad abbassare le pene dal momento che le condanne dei sei imputati erano già state diminuite."
Nella seconda dichiarazione nomina anche l'allora presidente del consiglio Matteo Renzi: "Una splendida notizia. Sono le condanne più alte mai inflitte per un incidente sul lavoro. Dalla notte dell’incendio sono passati nove anni. Un pezzo di vita. La lunghezza del processo non è dipesa da noi della procura di Torino. Ma voglio sottolineare che gli avvocati non c’entrano. È giusto che presentino i ricorsi. Fa parte del gioco. Solo che il gioco dura troppo. Noi chiudemmo le indagini in due mesi e 19 giorni. A tempo di record. Eppure il processo è andato avanti a lungo. Al di là di quello che sarà l'esito mi viene da dare ragione a Matteo Renzi: lui dice che aspetta le sentenze, ma anche noi le aspettiamo. Sono i processi - commenta - ad essere lunghi. In questo Renzi coglie un aspetto di verità. Ma la procura generale non dovrebbe sostenere le ragioni dell'accusa? I giudici sono andati oltre le richieste del PG. Ed è già capitato in un altro mio processo. Io sostengo che il PM di primo grado dovrebbe essere applicato anche in appello e in Cassazione. Oggi nel caso ThyssenKrupp è come se si fossero invertiti i ruoli. Non lo trovate imbarazzante?"

Queste furono le dichiarazioni di Guariniello alla fine del processo Thyssen riportate dal giornale.[T6]

Come si è poi concluso il processo?

[T5] I vari cambiamenti fatti dalla Corte d'assise prima di chiudere definitivamente il "Caso Thyssen" furono:

  • Il 15 aprile 2011 la Corte d'assise di Torino, ha confermato i capi d'imputazione a carico di Herald Espenhahn, amministratore delegato della società "ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni s.p.a.", condannandolo a 16 anni e 6 mesi di reclusione. Altri cinque manager dell'azienda Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri sono stati condannati a pene che vanno da 13 anni e 6 mesi a 10 anni e 10 mesi.
  • Il 28 febbraio 2013 la Corte d'assise d'appello modifica il giudizio di primo grado, non riconoscendo l'omicidio volontario, ma l'omicidio colposo, riducendo anche le pene ai manager dell'azienda: 10 anni a Herald Espenhahn, 7 anni per Gerald Priegnitz e Marco Pucci, 8 anni per Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, 9 per Daniele Moroni.
  • Nella notte del 24 aprile 2014 la Suprema Corte di Cassazione ha confermato le colpe dei sei imputati e dell'azienda, ma ha ordinato un nuovo processo d'appello per ridefinire le pene. Queste non potranno aumentare rispetto quelle definite nel 2013.
  • La Corte d'Appello di Torino ha così ridefinito le pene il 29 maggio 2015: 9 anni ed 8 mesi a Espennahn, 7 anni e 6 mesi a Moroni, 7 anni e 2 mesi a Salerno, 6 anni e 8 mesi a Cafueri, 6 anni e 3 mesi a Pucci e Priegnitz.
  • Il 13 maggio 2016 la Cassazione ha confermato tutte le condanne ridefinite in Appello, non accogliendo le richieste del sostituto Procuratore Generale, Paola Filippi, la quale aveva chiesto di annullare la sentenza del 9 maggio 2015 per rimandare il procedimento in Corte d'assise.

Con questa sentenza si chiude un caso dove sono morte persone giovani e sono finite in carcere persone importanti che, se si fossero preoccupate fin da subito di mettere a norma l'azienda, ora sarebbero state libere e nelle proprie case, mentre altre non avrebbero perso la vita.